Non ci sono parole per descrivere tutta la magia e la bontà racchiuse nel tortellino. Tutti li amano, specialmente mangiati nel brodo in una fredda giornata d’autunno o inverno. Eppure pochi conoscono la leggenda piccante che racconta la nascita dei tortellini e che vede protagonista nientedimeno che la dea Venere in persona.
Il tortellino emiliano ha una forma iconica e inconfondibile. Osservandolo bene ricorda molto da vicino la forma di un ombelico. Ecco perché la leggenda che narra la nascita di questo mitico formato di pasta ripiena emiliana è incentrata proprio sull’ombelico di una donna, ma non di una fanciulla qualunque, bensì della dea della bellezza Venere.
La storia è ambientata nel Medioevo, più precisamente nel Trecento all’epoca della guerra tra Modena e Bologna (che non a caso si contendono la paternità del tortellino emiliano). Una notte tre divinità ovvero Bacco, Marte e Venere, rispettivamente dio del divino, dio della guerra e dea della bellezza, stanchi di combattere decisero di trovare riposo in un’osteria a Castelfranco Emilia. Il dolce far nulla e il riposo beato era cosa comune per gli dei, ma mentre Bacco e Marte si svegliarono poco dopo e lasciarono la stanza, Venere rimase rilassata a dormire per ore e ore.
Secondo la leggenda, l’oste proprietario della locanda sbirciò di nascosto dalla serratura della porta e rimase estasiato nel vedere le fattezze della dea Venere in tutto il suo splendore e nella sua traboccante sensualità. Ciò che attirò maggiormente la sua attenzione e stimolò la sua fantasia fu l’ombelico della dea Venere che divenne per lui fonte d’ispirazione. Quella stessa notte l’oste inventò il tortellino.
La leggenda un po’ piccante dell’ombelico di Venere non è l’unica che spiega la nascita dei tortellini, ma c’è anche un’altra versione meno famosa che vale comunque la pena di essere raccontata.
L’incipit è lo stesso così come la località e l’epoca. Una sera una marchesina, stanca e provata dal lungo viaggio in carrozza, decise di fermarsi in un’osteria di Castelfranco Emilia per trascorrere la notte e far riposare i cavalli. L’oste rimase così colpito dalla sua bellezza che si offrì lui stesso per accompagnarla al suo alloggio. Incuriosito, però, tornò dopo qualche ora per spiare dal buco della serratura della stanza e vedere così la fanciulla senza vesti. Rimase incantato dal suo corpo così candido e perfetto, ma più di tutto dal suo ombelico. Decise così di usare la sfoglia di pasta per riprodurlo. Era nato il tortellino emiliano.
Non c’è ombra di dubbio che il tortellino sia nato in Emilia, ma ancora oggi la sua paternità è fortemente contesa tra Modena e Bologna. Questo perché la città di origine dei tortellini Castelfranco Emilia, oggi in provincia di Modena, è una città di confine che nel Trecento (epoca delle leggende) apparteneva a Bologna.
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