Avete mai sentito parlare dei Ricci del Gattopardo? Si tratta di deliziosi biscottini tipici siciliani, anche noti come “biscotti di clausura”. Perché perché vengono chiamati così e qual è la loro pittoresca storia? Per quale motivo non sono venduti in tutte le pasticcerie della Sicilia? Scopriamolo insieme.
I Ricci del Gattopardo vengono comunemente chiamati dai siciliani “i biscotti di clausura“. Come si può facilmente intuire già dal nome, si tratta di dolci biscottini che hanno un legame profondo e indissolubile con le monache di clausura. Croccanti e deliziosi, questi biscotti si possono assaggiare solo in un piccolo paesino siciliano in provincia di Agrigento e in nessun altro posto dell’isola. La particolarità dei Ricci quindi è che si possono trovare e assaggiare solo in un preciso posto della Sicilia, un piccolo paesino in provincia di Agrigento chiamato Palma di Montechiaro.
Questi gustosi biscotti a base di mandorle sono preparati e venduti solo dalle suore del monastero di clausura benedettino del SS. Rosario di Palma di Montechiaro.
Viene spontaneo chiedersi come sia possibile per le monache di clausura del convento siciliano vendere questi biscottini dal momento che per voto fatto non possono avere alcun contatto con il mondo esterno e con altre persone, se non le consorelle. Il metodo di vendita scoperto dalle monache è a dir poco geniale. Quando avete fame o meglio voglia di dolce e sentite il bisogno impellente di soddisfare un certo languorino, vi fermate automaticamente davanti ad una pasticceria e comprate un dolcetto.
Nel caso dei Ricci del Gattopardo non esiste alcuna vetrina dei dolci dove potete acquistarli e non sono presenti in nessuna pasticceria dell’isola. L’unico modo per assaggiarli è andare al monastero di Palma di Montechiaro ad Agrigento.
Lì le monache vendono i biscotti di clausura attraverso la ruota degli esposti. La rota degli esposti è famosa non solo in Sicilia, ma anche a Napoli e serviva per abbandonare in forma anonima i neonati alle suore. Tutti i bambini vengono poi dati in adozione dalle monache con il cognome di Esposito (il termine deriva direttamente dal latino expositus e significa appunto “esposto”nella ruota).
Le monache di clausura del monastero di Palma di Montechiaro inventarono i biscotti di clausura in onore del Duca Santo Giulio Tomasi di Lampedusa, famoso antenato di Giuseppe Tomasi, l’autore del famoso libro Il Gattopardo. Lui era l’unica persona al mondo a cui era consentito entrare nel monastero ed avere contatto con le monache. L’episodio storico è narrato anche nel libro.
Questi particolari biscotti siciliani sono preparati con i seguenti ingredienti: farina di mandorle, zucchero semolato, uova intere e buccia grattugiata di limone siciliano. Vengono poi cotti in forno per 10 minuti a 180°C e a infine, una volta raffreddati, sono conservati nelle scatole di latta.
Hai mai pensato che ciò che metti nel piatto potrebbe influenzare la tua salute più…
Hai mai avuto quella fastidiosa esperienza di cercare di sbucciare un uovo sodo e trovarti…
Avete mai assaggiato i krumiri? Questi biscotti italiani dall'iconica forma a manubrio hanno una storia…
Tutti gli errori da evitare quando cucini le castagne Le castagne sono uno…
Avete mai assaggiato le lumache? Non stiamo parlando di quelle di terra, le più famose…
Negli Stati Uniti d'America la chiamano cheesesteak, in Italia e più precisamente a Napoli è…